Cosa Vedere ad Auschwitz

La Stanza dei Capelli di Auschwitz: Storia, Descrizione e Foto

Se stai pensando ad una visita al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, probabilmente avrai già sentito parlare della Stanza dei Capelli

Situata nel blocco n° 4, è uno dei luoghi più emblematici e toccanti dell’intero museo-campo di Auschwitz

Questa stanza ha un fortissimo valore simbolico, e l’impatto emotivo di chi vede con i propri occhi quei capelli sempre è molto forte: è uno dei meccanismi attraverso i quali le SS prevaricavano sui detenuti

Infatti, non appena giunti al campo, i nazisti tagliavano i capelli non solo agli uomini, ma anche alle donne. Se a ciò si aggiunge la privazione di beni privati e l’eliminazione persino del nome, si intuisce che il taglio dei capelli rientrava in una logica di spersonalizzazione del detenuto

Ma c’è di più, perché i capelli venivano utilizzati nelle industrie tedesche e non solo. Proseguendo nella lettura dell’articolo conoscerai tutta la storia legata a questa stanza.

Un momento! Prima di proseguire, lascia che ti dia un consiglio: per non tralasciare nulla durante la tua visita è caldamente suggerito prenotare una visita accompagnata da una guida esperta! Solamente in questa maniera, stanza per stanza avrai una panoramica completa e sarai al corrente di tutto ciò che accadeva all’interno del campo di Auschwitz! Se questo campo è la testimonianza per eccellenza della Memoria, visitarlo significherà sviluppare una consapevolezza davvero profonda! Puoi prenotare qui, sul nostro sito, l’opzione che fa per te.

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Stanza dei Capelli di Auschwitz: breve storia

stanza dei capelli auschwitz

ID 100703684 | Auschwitz © Thecriss | Dreamstime.com

Qualunque fosse il destino dei deportati ad Auschwitz, venivano loro tagliati i capelli, anche a coloro che erano immediatamente condotti alle camere a gas. 

Ovviamente, un’attenzione particolare era rivolta alle donne perché, oltre a offrire una maggiore quantità di capelli, attraverso questa pratica subivano un’azione mirata a ridurre la loro femminilità.

I nazisti usavano i capelli nell’industria tessile, infatti li vendevano al chilogrammo: venivano usati per produrre coperte, calze, corde, meccanismi di accensione per le bombe, cuscini e materassi. 

Dopo aver liberato il campo, i sovietici trovarono grandi scorte di capelli conservati, pronti ad essere inviati alle industrie

L’enorme quantità ritrovata fece intuire la portata delle atrocità naziste nei confronti del popolo ebraico e, più in generale, di tutti i prigionieri. Anche per questo si decise di conservarli e, anzi, creare una stanza apposita per loro, affinché ancora oggi i visitatori possano rendersi conto di ciò che accadde.

Come visitare la Stanza dei Capelli

Nel blocco 4 potrete vedere un traliccio tessuto con capelli umani: quando i sovietici arrivarono, infatti, furono rinvenuti diversi sacchi riempiti di capelli appartenuti ai detenuti: erano pronti per essere inviati alle ditte tedesche per svariate produzioni. 

Dopo diverse analisi, sono state ritrovate tracce di acido prussico, ovvero quello contenuto nel gas Ziklon B, usato nelle camere a gas. 

Anche questa sala, come ogni parte del museo-campo, colpirà maggiormente se durante la visita si è accompagnati da una guida esperta; in questo modo, infatti, chiunque potrà ricevere informazioni molto esaustive riguardo ogni blocco, mentre osserva con i propri occhi ciò che Auschwitz ha da mostrare. Clicca qui per saperne di più.

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Stanza dei Capelli Auschwitz: Domande frequenti

Cosa rappresenta la Stanza dei Capelli ad Auschwitz?

La Stanza dei Capelli testimonia una delle tante angherie subite dai prigionieri di Auschwitz
Con questa parte del memoriale, inoltre, si mostra come i nazisti sfruttavano ogni aspetto della prigionia dei deportati: dai denti ai capelli, dalla forza lavoro agli effetti personali… ogni aspetto del prigioniero doveva essere usato in funzione dello sforzo bellico. 
La Stanza dei Capelli, infine, mostra tutte quelle azioni volte a disumanizzare i prigionieri all’interno del campo di concentramento e sterminio.

È possibile vedere la Stanza dei Capelli durante la visita al museo?

Sì, è possibile visitarla. È situata nel blocco 4, a testimonianza dello sterminio. È possibile vedere anche un traliccio fatto con i capelli dei prigionieri.

Perché i capelli venivano raccolti dai nazisti?

I nazisti raccoglievano i capelli perché li adoperavano nell’industria bellica e in quella tessile
I capelli, infatti, venivano utilizzati per produrre cuscini, materassi, corde, calze, micce per innescare bombe e molto altro ancora. 
Ma il taglio dei capelli era studiato anche in un’ottica di spersonalizzazione e disumanizzazione del prigioniero.

La Stanza dei Capelli è accessibile con un tour guidato?

Sì, la stanza è accessibile con un tour guidato e, anzi, è fortemente consigliato prenotarne uno per visitare Auschwitz. 
Questo perché tutta la visita risulterà molto più arricchente e approfondita grazie all’ausilio di una guida esperta, e in particolare in questo blocco del memoriale potrai imparare moltissimo e vivere con grande partecipazione l’atmosfera del campo. 

Conclusioni

Eccoci dunque giunti alla parte conclusiva del nostro articolo. Abbiamo approfondito insieme il tema dei capelli ad Auschwitz e ti ho raccontato il significato della Stanza dei Capelli. 

Siamo venuti a conoscenza delle motivazioni per le quali i nazisti tagliavano i capelli ai detenuti, anche quando questi erano indirizzati direttamente alle camere a gas. 

Ho infine risposto alle domande più frequenti; tuttavia, se ne avessi di altre, non dovrai far altro che lasciare un commento qua sotto.

Come avrai certamente capito, la visita al campo di concentramento più grande d’Europa è un’opportunità di crescita e riflessione senza eguali, tuttavia, per collegare ogni luogo del campo alla giusta ricostruzione storica, ti consiglio caldamente di avvalerti di una guida esperta, così da non perdere nemmeno uno spunto della tua visita. 

Visitare Auschwitz è per certi versi un dovere, ma è soprattutto un’opportunità incredibile per non dimenticare, per conoscere, ricordare e tramandare la memoria. È necessario continuare a farlo perché, come disse Hannah Arendt: “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”.

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